a Iaia Z.
Amica mia cara ben sai
che il tempo non è che un inganno
tramato alla vita di noi,
lo scorcio e l’allungo arbitrario
di labili sogni sfrangiati.
E noi marinai consumati
di letti e di cimiteri,
orfani noi sconsolati
del mai e del sempre di dei
volubili, alteri e sfrontati.
Ma un seme di sacro rimane
dischiuso nell’atto d’amore:
nel tempo non passò mai mattino
senza un caldo sussulto nel cuore
sopra il nostro forzato destino.