Verdi e levigati pendii di monti antichi
salgono agli sconfinati cieli dell’Auvergne.
L’aria tersa e lavata di fresco
accoglie tremula l’indaco
di qualche arcobaleno.
Stride alto nel vento il falco
e a larghe volute si allontana
sopra i boschi odorosi,
oltre i campi d’orzo maturo,
lungo i sentieri della ginestra e del fiordaliso.
Muschi e licheni fregiano
le secolari pietre di muretti e case
e di qualche castello
che specchiandosi nell’acque chiare
s’attarda nel presidio di terre ormai perdute.
Torna suadente e finalmente quieto
l’eterno mistero del noi,
di questo tempo breve
e del tempo che fu.