Mi duole in petto il gesto lento
della tua greve vecchiezza, madre,
e m’addolora l’impaurito sguardo
ripiegato sul vivere del giorno.
Come ombre sul tuo rigato volto
s’attardano sorrisi castigati,
esausti sogni e speranze lise.
Si sa, ai vecchi, mai si perdonano
i difetti, specie se questi
non sono uguali ai nostri.
Ma vivido sotto le ciglia torna
il baleno azzurro del ricordo
lontano, vicino, oltre il tempo.
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