Fiordalisi, papaveri
e altri fiori di campo
ricamano i confini
d’ampie distese di grano
affastellato nel vento.
Vento del nord mutevole,
bizzoso ed ostinato,
che alte solleva l’onde
e china il capo alle spighe
nel reverente omaggio
a questa terra -frontiera
che s’alza snella sull’acque,
protesa verso il cielo.
Mille azzurri sfumano
nei verdi rigogliosi
di secolari foreste,
querce e faggeti ombrosi
contendono l’aria fine
ai colpi d’ala di cigni
folaghe, goffe cicogne.
Notti chiare, come di sole
che non vuol cadere,
notti odorose di tigli,
d’aria pulita e tersa
di pioggia mattutina
Come un anziano saggio
che indica la strada
s’innalza solitario
qualche perduto faro,
testimone caparbio
d’espugnati avamposti.
Terra e mare del nord,
natura, solitudine …
Ritorna calmo e lento
il familiare presagio
d’esser segreto fratello
alle immortali voci
che abitano il vento
.