Memoria, madre gentile
di ricordi parati a festa,
sposa infedele e indulgente
d’un tempo ingordo
che come una faina
divora il giorno,
lasciandosi dietro
solo mucchi d’ossa,
tracce vaghe e insensate
della nostra follia.
Mnemosine, titanide figlia,
che la tua prole accolga
questi impudenti canti,
vani respiri liberi
contro l’angoscia
del nostro essere mortali.